Il modello pisano degli sgomberi: abbiamo davvero risolto il problema? 

In questa città, come in altre, sgomberare le persone rappresenta una stelletta da appuntare al petto. Il nostro sindaco – che ha proseguito la politica degli sgomberi iniziata dalla precedente amministrazione PD –  ci dice con orgoglio: “Siamo riusciti in breve tempo a risolvere un problema che sembrava insuperabile e quindi molti Comuni ci chiedono informazioni perché vorrebbero utilizzare il nostro metodo.” Si applaude da solo, facendo appendere dalla sua Lega un cartello pubblicitario 6 metri per 3 in cui si complimenta con se stesso per essere riuscito nell’impresa e organizza incontri con altri comuni per offrire il proprio supporto e aiuto, ed esportare il proprio modo di operare.

C’è chi è scontento, ma comunque una netta minoranza. Disagio lo mostra ad esempio una associazione di protezione animali che lamenta la poca attenzione ai felini che abitavano il campo e chiede a gran voce “un riparo per i gatti”.

Ma qualcuno si chiede dove siano finite le 300 persone che un anno fa abitavano qui, tra cui un centinaio di bambini?

Quei bimbi che venivano accompagnati a scuola con i pulmini; quelle ragazze che aiutavamo a comprare i libri e seguivamo nei percorsi difficili delle superiori; quei bambini con disabilità che accompagnavamo al diritto allo studio e all’ottenimento di un sostegno scolastico; quel bimbo che per gli anni della scuola dell’infanzia avevamo seguito con un progetto individuale ed era migliorato al punto che pensavamo ce l’avrebbe fatta a cominciare le scuole elementari con un percorso un po’ meno in salita… dove sono adesso?

Qualcuno sa che una buona fetta di quei bambini e bambine oggi si trova in situazioni ancora più precarie di prima? Vivono a Ponsacco a pochi chilometri da Oratoio, molti di loro sono ancora senza la possibilità di frequentare la scuola poiché il loro sgombero ha portato al fatto che non ci sono scuole che li possano accogliere, perché ormai le classi sono state assegnate, perché in un paese il numero delle aule è limitato. Qualcuno sa che gli insegnanti di sostegno assegnati ai bambini con disabilità stanno in una classe dove loro non ci sono più? Qualcuno ha cominciato la scuola solo da qualche giorno, dovendo tornare alle sue classi di Pisa, perdendo mesi di scuola, assistenza per problemi di salute seri.

A qualcuno interessa il fatto che un percorso scolastico intrapreso e proseguito per anni tra uno sgombero e l’altro di una ragazza che ci ha provato fino ai sedici anni, adesso è stato distrutto di nuovo, probabilmente questa volta in maniera definitiva?

A qualcuno importa sapere che il problema non è affatto risolto, ma solo spostato e anche ingigantito? Qualcuno sa che le famiglie rom sono spesso impossibilitate a prendere in affitto una vera casa, perché non ce ne sono in affitto per loro, indipendentemente dal fatto che lavorino, anche con uno stipendio regolare da anni?

Qualcuno è interessato al fatto che ora moltissimi rom vivono in un palazzo di via Rospicciano a Ponsacco, che è stato sequestrato ad un imprenditore arrestato per bancarotta fraudolenta, ed è in gestione all’IVG di Pisa, ma contemporaneamente i suoi appartamenti vengono affittati da una società il cui amministratore è stato già in passato arrestato per estorsione? E non vi sembra interessante che i soldi che vengono girati a queste persone siano i soldi dei cittadini che il sindaco di Pisa è orgoglioso di avere speso per finalmente “risolvere in modo definitivo il problema dei rom”, tramite i servizi sociali?

I problemi complessi difficilmente hanno soluzioni semplici.
E le ferite inferte dagli sgomberi sulle persone e sui bambini non vengono mai calcolate.